La rivoluzione araba
Com’è nata e cosa può cambiare in Medio Oriente
18 Maggio 2011 @ Circolo della Stampa – Milano
L’incontro
Nove Paesi, lo stesso sogno: libertà, diritti e democrazia. Egitto, Marocco, Tunisia, Libia, Algeria, Siria, Yemen, Giordania e Bahrein.
Come sono nate le rivoluzioni che hanno scosso il Medio Oriente nei mesi scorsi? Che ruolo hanno avuto media e social network? Come cambieranno gli equilibri tra Italia e Libia?
Riassunto
La dittatura iraniana si regge sul petrolio, la cui proprietà è in mano a un governo sciita repressivo, che mantiene il consenso e finanzia il welfare pubblico senza bisogno delle tasse dei cittadini.
La rivoluzione bianca degli anni ’60 ha stravolto la struttura socio-economica del Paese, portandolo da rurale a urbanizzato, garantendo istruzione e sanità pubblica (attualmente unico caso in Medio Oriente, tranne Israele) e alzando il tasso di alfabetizzazione dal 30 all’80 per cento.
La popolazione di oggi (tra le più giovani al mondo, per il boom demografico degli anni ’80) è però costretta a una doppia vita, pubblica e privata. Viene infatti repressa ufficialmente ogni forma di libera espressione o dissenso. Sono proibite le feste, la musica, le donne non possono parlare con gli sconosciuti, viene loro imposto il velo e il diritto di famiglia è retrogrado.
La marcia verso la democrazia è ancora lunga marcia, gli interventi esterni possono favorirla ma non sono sufficienti. L’avvento di internet ha migliorato le possibilità di comunicazione e le università sono protagoniste della rivoluzione, poiché il diritto allo studio è sempre stato il principale vettore di emancipazione. Il movimento dell’Onda Verde rimane in questo senso un punto di riferimento per la pace in Medio Oriente.
Hanno partecipato
Riccardo Redaelli – Professore di Geopolitica, Università Cattolica di Milano
Ouejdane Mejri – Presidente, Associazione Pontes dei Tunisini in Italia
Shady Hamadi – Portavoce, Comunità siriana a Milano